Buongiorno e buon lunedì.
“Per andare oltre i limiti del corpo, ci si deve immergere in esso.”  Jim Morrison

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NEWSLETTER N. 7 - 20 Febbraio - Anno 2017

 

Associazione Culturale Ferrara

 

Newsletter n. 7

Le considerazioni della settimana riguardano il valore del dolore: 'E' utile il dolore?'; e la capacità di incidere sulle proprie credenze: 'Credenze'.

'UN PASSO AVANTI E DUE DENTRO' di Lorenzo Manfredini

'Un passo avanti e due dentro' è una newsletter settimanale dell' Associazione STEP Consapevole, scritta da Lorenzo Manfredini, e al tempo stesso è un prezioso strumento di riflessione e formazione.

‘Tutti abbiamo bisogno di sentirci a casa: dentro di noi, in famiglia, nel mondo. Quando la realtà suona in modo disarmonico la creatività e nuovi paradigmi possono fare la differenza’.

La Newsletter è dedicata alle idee che partono da dentro e invitano a trasformare la consapevolezza in salute psicologica.

POST
'E' utile il dolore?'
di Lorenzo Manfredini

Mi risuona nel corpo e nella testa l’emozione e l’esperienza del lutto vissuto di recente da un amico. Quelle telefonate al 118, quell’immagine di rianimazione infinita, quel dolore dei famigliari. E le urla. Quelle urla strazianti che gridano di sorpresa e di dolore e che hanno invaso il tempo e lo spazio, fermandolo.

Riflettendo su queste esperienze e altre che vediamo in cronaca ogni giorno, mi chiedo: 'è utile il dolore? Si riesce ad accompagnarlo, viverlo e trasformarlo?

Il dolore fisico (dal peso che si avverte nel petto e che sembra influenzare il respiro e la circolazione, alla tenaglia che stringe la testa e che sembra superare ogni limite di smarrimento e oppressione), in genere, passa quando si individuano la cause fisiologiche.

Anche il dolore psicologico, dal canto suo, che viene scandito dall’estraneità da se stessi, dal mondo e dalla diversità da tutti gli altri, ha una causa che va individuata, rintracciata e risolta.

Non nella realtà che non si può cambiare, ma dentro, nelle cellule smarrite della coscienza.

Quando il dolore interiore origina da uno stato di impotenza, all’interno del quale qualsiasi percorso del ‘fare’ diventa senza direzione e senza vita, si tratta di rintracciare i legami che immobilizzano l’essere e gli impediscono di agire.

I legami spezzati, che finiscono in ‘solitudine’ e isolamento, ci invitano a ritrovare un sentimento di amore reale per se stessi.

Certe esperienze angoscianti, ci invitano a scoprire la vera preziosità del nostro essere, il funzionamento del nostro corpo, l’unicità e la vastità dei nostri sentimenti, insieme alla grazia del poter vedere, sentire, toccare il mondo.

Con lo sguardo liberatore della coscienza, il dolore psichico diventa allora una chiave di volta, il prodotto originale e imprescindibile, forse la garanzia di accettazione, della nostra originalità umana: la possibilità di trasformare il dolore in un capolavoro di vita inedita.

POST
'Le credenze'
di Lorenzo Manfredini

Certezza, credenza e dubbio, corrono la stessa corsa ad ostacoli e si incrociano sugli stessi temi: conoscenza, verità, realtà, realizzazione, cambiamento. Ovvero, ci informano in quale paradigma vivere.

La certezza delle proprie convinzioni, ad esempio, corre sul filo della prevedibilità, delle verità oggettive e delle verifiche scientifiche. Ci invita ad individuare uno scopo, dei metodi di azione e a fare delle costanti verifiche.

La credenza, invece, nasce come affermazione di una verità interiore che cerca la propria realizzazione quotidiana, attraverso un processo di conoscenza, di esperienza e di fede. E’ perlopiù inconscia e agisce in automatico.

Il dubbio, dal canto suo e nel migliore dei casi, è razionale, interroga le false certezze e quindi la realtà di ogni nostra azione, attraverso la consapevolezza e la conoscenza di sé. E’ un freno all’azione, ma anche un depuratore.

Molto spesso, leggiamo che per cambiare basta modificare le credenze, modificare il focus attentivo e pensare in positivo.

I tre protagonisti del nostro discorso iniziale (certezza, credenza e dubbio) ci suggeriscono tre approcci integrati.

La certezza ci informa che siamo inseriti in un potente movimento percettivo, emotivo e cognitivo e determina come viviamo e come ci lanciamo nella vita. Qualsiasi cosa noi facciamo o non facciamo, da un comportamento esteriore ai più sottili movimenti interiori, consta di informazioni corporee e sensoriali che, decodificate (in sensazioni, immagini, suoni, odori, sapori), ci informano del progetto artistico che noi siamo. Naturalmente, siamo condizionati dalle nostre esperienze, dal nostro vissuto e dalle nostre conoscenze e credenze.

Le credenze, in definitiva, sono i pulsanti di comando del nostro agire. E proprio perché agiamo in conseguenza delle nostre credenze, possiamo modificare una convinzione limitante (‘non riesco … ho uno predisposizione fisica che mi limita … sono sfortunato … non me ne va bene una!’) in potenziante (ci riesco … posso farlo … il mio corpo funziona al meglio … so gestire il mio tempo …’!).

Possiamo modificare costruttivamente il pensiero e influenzare il tono delle nostre emozioni, Possiamo immaginare, con il sorriso, la realtà cui aspiriamo idealmente. Possiamo anticipare alcuni nostri sogni per cercare di viverli nella realtà.

Tutto questo va bene. Ma la terza fase, quella del dubbio, a cosa ci serve? E’ importante?

Il dubbio è il pulsante della consapevolezza. Può accadere qualcosa che desideriamo, come no. L’importante è che in quel processo si realizzi la strada che ci siamo prefissi o l’accettazione di ciò che accade.

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